King’s Singers – Madrigal History Tour – Inghilterra

Per non ripetere ciò che ho detto all’inizio dell’articolo sul madrigale italiano (v. sotto) possiamo riassumere che il madrigale fu la forma più raffinata e al tempo stesso più diffusa e apprezzata della polifonia profana del Cinquecento. La selezione qualitativa e i testi poetici, la scrittura musicale accurata, i modi di unione delle immagini letterarie con il canto, fecero del madrigale l’espressione più completa e matura delle asprirazioni artistiche alimentate nella società elegame e nelle corti del Rinascimento.
Salvo il nome, il madrigale del Treccento non aveva niente in comune con quello del Cinquecento: quello era a 2 o a 3 voci, aveva forma strofica, su una struttura metrica prestabilita; questo fu a 4, 5 o a 6 voci, di forma aperta, non-strofica, e adottò le forme poetiche più diverse: stanza di canzoni o sonetti, ottave o sestine eccetera.
I madrigali erano eseguiti da voci soliste, le quali erano molto spesso raddoppiate o sostituite da strumenti. Ebbero una diffusione molto vasta, all’interno delle corti e in quella che oggi chiameremo "la buona società", con esecuzioni private e tra i frequentatori delle varie accademie, da parte di provetti dilettanti – gentiluonini e gentildonne – e di cantori di professione.
I madrigalisti del Cinquecento mirarono ad una integrazione via via più stretta tra le poesie assunte come testi e la scrittura musicale a più voci. Questa integrazione riguardò sia gli aspetti espressivi sia i valori stilistici.

In Inghilterra

Il madrigale fu molto apprezzato a seguito della pubblicazione nel 1588 dell’opera di Nicholas Yonge, Musica Transalpina, raccolta di 57 madrigali italiani con testi tradotti in inglese, la maggior parte dei quali contengono composizioni di Alfonso Ferrabosco e di Luca Marenzio, dando inizio così alla cultura del madrigale nazionale; l’ultima raccolta di madrigali italiani, Arie a 3 voci, fu pubblicata nel 1627. Tutti i maggiori musicisti inglesi del tempo ne composero, giungendo alla massima espressione con l’opera di William Byrd, Orlando Gibbons, i più legati alle tradizioni locali, con Thomas Morley, il madrigalista più fecondo, popolare e italiano, melodicamente gradevole, con un senso armonico moderno e una chiara scrittura contrappuntistica e soprattutto con John Wilbye, sottile compositore di forte sensibilità poetica e ci furono anche musicisti che scrissero testi romantici come (John Dowland) che scrisse "Come Again" ed altri madrigali.

Il video dei King’s Singers

"La prossima tappa del nostro viaggio ci porta in Inghilterra, in uno dei periodi più belli della sua storia. Il madrigale divenne di moda al culmine dell’era elisabettiana, che viene definita la "primavera inglese".

Now is the month of maying – Thomas Morley

Now is the month of Maying,
When merry lads are playing,
Each with his bonny lass,
Upon the greeny grass,
The Spring, clad all in gladness,
Doth laugh at Winter’s sadness,
And to the bagpipe’s sound
The nymphs tread out their ground,
Fie then why sit we musing,
Youth’s sweet delight refusing?
Say dainty nymphs and speak,
Shall we play barley break?

Abbiamo iniziato con questo madrigale di Thomas Morley perchè lui, più di ogni altro, fece cantare gli inglesi, alla fine del XVI secolo. Siamo a Penshurst Place, nel Kent (v.foto). Non è primavera, come si vede dal giardino, bensì estate. Questo giardino è qui dal 1346, anche se, 300 anni prima, c’era già un’altra casa. Nei 900 anni che seguirono furono apportate molte migliorie, soprattutto all’epoca dei Tudor, quando Penshurst fu legata a una serie di monarchi. Ma prima di entrare, canteremo una delle tante canzonidell’epoca sugli uccelli.

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E’ di John Bartlett e parla di un uccellino chiamato Philip, benchè sia femmina. Anche la sua specie è ambigua. forse sotto le piume si nasconde una donna.

Of all birds – J.Bartlett

Of all the birds that I do know,
Philip my sparrow hath no peer;
For sit she high, or sit she low,
Be she far off or be she near,
There is no bird so fair, so fine,
Nor yet so fresh as this of mine;
For when she once has hath felt a fit,
Philip will cry still: yet yet yet yet.
Come in a morning merrily
When Philip hath been lately fed;
Or in an evening soberly
When Philip list to go to bed;
It is a heaven to hear my Phipp,
How she can chirp with merry lip;
For when she once has hath felt a fit,
Philip will cry still: yet yet yet yet.
She never wanders far abroad,
But is at home when I do call.
If I command she lays on load
With lips with teeth, with tongue and all.
She chants, she chirps, she makes such cheer,
that I believe she hath no peer.
For when she once has hath felt a fit,
Philip will cry still: yet yet yet yet.

Penshurst divenne proprietà di re Enrico VIII quando il terzo duca di Buckingham cadde in disgrazia e fu decapitato. Enrico era appassionato di musica, sapeva suonare diversi strumenti, scriveva canzoni e musica da chiesa. Possedeva una raccolta di manoscritti dalla quale abbiamo preso al prossima canzone.

"Ah, Robin" non è un madrigale in senso stretto, ma ci da un’idea della tradizione locale sulla quale si innestò lo stile italiano. E’ un dialogo fra due uomini sulle loro amate. "Leman" è la parola antica. Il primo dice che la sua donna ama un’altro, il secondo è sicurio della sua fedeltà. Il manoscritto apparteneva a Enrico VIII. Forse lo toccava personalmente visti i suoi molti matrimoni.

(video non trovato)

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A Penshurst nacqua e visse Sir Philip Sydney, il famoso poeta, studioso e cortigiano. Era il primo degli intellettuali alla corte di Elisabetta. Il suo ritratto si trova accanto a quello della regina. Come Sir Philip dedicò ad Elisabetta il poeme "Arcadia", anche i madrigalisti le resero tributo. Nel 1601 Morley pubblicò una raccolta di 23 madrigali dal titolo "The Triumphs of Oriana". Finiscono tutti con "lunga vita a Oriana", che era uno dei nomi poetici della regina. la raccolta ebbe grande successo anche se musicalmente non era molto unitaria. Ma questo madrigale "Come blessed bird", di Edward Johnson, non teme confronti. Il Bonnyboot era uno dei cortigiani favoriti di Elisabetta. Morì giovane. Era un ballerino eccezionale e una vera e propria star del madrigale nei toni alti. Alla fine un ministro di Diana, l’uccello del titolo, prende il suo posto e cinguetta le sue note più alte.

 Come blessed bird – E.Johnson

 Questa è Ightam Mote, un’antica residenza di campagna nel Kent. La casa ha più di 600 anni ma è stata ampiamente ristrutturata nel XVI secolo. Il suo graticcio bianco e nero è tipico dell’architettura elisabettiana. Fino al 1950 Ightam Mote era una residenza familiare, oggi appartiene al National Trust, che ne assicura la conservazione.

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Il Kent è considerato il giardino d’Inghilterra fin dai tempi di Elisabetta. Da allora non è cambiato molto. La prosperità e la crescente sicurezza dell’era elisabettiana si riflette nelle campagne, dove si introdussero nuove tecniche mentre i paesi venivano ingranditi e risanati. A Chiddingstone c’è una strada dell’epoca perfettamente conservata. La taverna è sempre stato un punto d’incontro e di mescita, ma nella seconda metà del XVI secolo un nuovo piacere si diffuse dalla corte alle camapagne. Sir Walter Raleigh rese popolare l’uso di una nuova pianta proveniente dal Nuovo Mondo. Bruciandone quest’erba e inalandone il fumo se ne ricavavano effetti strabilianti. Nei pub si sentiva spesso cantare…

Come sirrah jack ho – Thomas Weelkes

Come sirrah Jack ho,
fill some Tobacco,
bring a wire and some fire,
haste away, quick I say,
do not stay shun delay,
for I drank none good today.
I swear that this Tobacco
it’s perfect Trinidado
by the very Mass never was
better gear than is here
by the rood, for the blood
it is very good ‘tis very good.

(v. video sotto) Di tutti i divertimenti dell’epoca elisabettiana, ai quali si dedicava parecchio tempo, uno dei più importanti era la musica. La regina stessa era un’ottima suonatrice di liuto e di virginale e tutti dovevano saper cantare. Un gentiluomo scrisse: "Finita la cena e portati in tavola i libri di musica, la padrona di casa mi esortò in tutta serietà a cantare". E questo è il tipo di libro di cui parlava. era stampato in modo che ognuno potesse stare seduto e leggere la sua parte. Usando questo secondo libro di canzoni di John Dowland chiuderemo questo percorso con "Paccottiglia finissima per signore". spaceball

Fine Knacks for ladies – J.Dowland

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