King’s Singers – Madrigal History Tour – Francia

 

“Ora ci occuperemo della Francia. Siamo andati nella Valle della Loira, una zona ricca di storia.

percorso   Valle della Loira è conosciuta come il Giardino di Francia e la Culla della lingua francese. È nota anche per la qualità del suo patrimonio architetturale, per le sue città storiche come Amboise, Angers, Blois, Chinon, Nantes, Orléans, Saumur e Tours, ma in particolare per i suoi famosi castelli, conosciuti in tutto il mondo come il Castello di Amboise, il Castello di Villandry e il Castello di Chenonceau.

Qui, come dappertutto, la domanda più frequente è: “Che c’è di nuovo?”

Bon jour – Orlando di Lasso

Bon jour, et puis, quelles nouvelles?

N’en sçauroit on de vous avoir?

S’en brief ne m’en faictes sçavoir,

J’en feray de toutes nouvelles.
Puis que vous estes si rebelles,

Bon vespre, bonn nuict, bon soir,

Bon jour!
Mais si vous cueillez des groyselles,

Envoyez m’en; car, pour tout voir,

Je suis gros: mais c’est de vous veoir

Quelcque matin, mes damoyselles;

Bon jour!

Questa canzone di Benvenuto ci ha portati a Blois, sulla riva settentrionale della Loira, circa a 150 km a sudovest di Parigi. Per molti anni fu una della città preferite dai monarchi francesi. Questo è il palazzo reale. Prima di Versailles era il più sfarzoso di tutta la Francia.

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In foto: Blois, il castello, la parte costruita da Francesco I.

Su questo lato c’era una fortificazione fin dal Medioevo, ma quando divenne una residenza reale, nel XV secolo, fu ampliato per renderlo più confortevole e lussuoso. Accanto alla parte costruita da Luigi XII c’è l’ala più bella di tutto il castello. Fu aggiunta da Francesco I, che ha un ruolo importante nella nostra storia. Qui, come altrove, appose il suo stemma: una salamandra. Salì al trono nel 1515 e nei suoi 32 anni di regno esercitò tre passioni: la guerra, l’arte e gli intrighi amorosi, che sono l’argomento di questo madrigale. “L’amante cortese” del titolo descrive la sua passione e prega la sua amata di non sciupare quel momento.

“Un gentil amoureux” – Le Jeune

La mensola del camino nella sala d’onore proclama l’unione di Francesco e della regina Claude de France. La sua salamandra è vicina all’ermellino di lei. Il suo profondo attaccamento alla regina non lo tratteneva dalle sue scappatelle. Tutto il paese pianse la morte di Claude a 25 anni dopo aver dato al mondo il settimo figlio. Si diceva “Se lei non è in paradiso, saranno in pochi ad andarci”. Insieme crearono una corte brillante in cui le donne avevano un posto di tutto rispetto. Francesco comprava vestiti e gioielli per le dame di corte e decretò che chi ne offendeva l’onore sdarebbe stato impiccato.

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Francesco I (di Jean Clouet detto Jehan o Janet, 1525) e la moglie Claude de France

Ispirati dallo splendore della corte, i nobili dei dintorni ammodernarono i loro castelli. A Chaumont si aggiunsero delle torri per mitigare l’aspetto guerresco e il cortile interno fu abbellito. Azay-le-Rideau sorge su un’isola sul fiume Indre e le torrette e le finestre aggiunte si rispecchiano nell’acqua. Ma il più sfarzoso castello della regione fu costruito da zero. Chambord è la maggior opera architettonica di Francesco I. Persino l’imperatore Carlo V ne fu impressionato, al punto da definirlo un picco dell’ingegno umano. Costruire questo castello con le sue 440 stanze era un’ossessione per Francesco. I lavori continuarono persino quando gli spagnoli rapirono i suoi figli e per pagare il riscatto saccheggiò i tesori della Chiesa. Ci vollero 50 anni per completarlo. Francesco non lo vide mai finito, ma potè usarne un’ala. Suo figlio Enrico II completò l’edificio. Qui la nobiltà si riuniva per andare a caccia. Persino in un edificio del genere questa terrazza è notevole. Da qui si poteva vedere la partenza e l’arrivo dei cacciatori, i tornei e i cortei allestiti per gli ospiti.

castel-chaumont Azay-le-Rideau                                                                     Chambord_kalesi saintmichel-chambord

In senso orario: Chaumont, Azay-le-Rideau e due vedute di Chambord

Quassù fra le torri e i camini c’erano parecchi nascondigli, ideali per la caccia amorosa. Il tipo di gioco descritto da Clement Janequin nel prossimo madrigale.

 

“Au joly jeu” – Clement Janequin

Au joly jeu du pousse avant,
Il fait bon jouer.

L’aultrier m’aloye esbaloyer,
Je rencontray la belle au corps gent,
Soubzriant doulcement, la vois baiser.
Elle en fait doute, mais je la boute,
Laissez, laissez, laissez trut avant.

Au joly jeu…

Pour ung reffuz me fault laisser,
Propos luy tins amoureusement,
Soubzriant doulcement, la vois baiser.
Elle riotte, Dance sans notte
Laissez, laissez, laissez trut avant.

Au joly jeu…

Questo è il castello in cui Francesco crebbe e regnò i primi anni. Si trova ad Amboise, più a valle sulla Loira. Francesco arrivò qui a sei anni, dopo che il re, suo cugino, lo aveva nominato suo successore e vi trascorse una giovinezza spensierata. Leonardo da Vinci, che dipinse questa veduta di Amboise, fu portato qui dal giovane re, che gli diede un alloggio nel castello. E qui, secondo la tradizione, morì tra le braccia del re.

Le Chateau d' Amboise, France   amboise  ingresleo 

Il castello di Amboise e “La morte di Leonardo” di Jean-Auguste-Dominique Ingres, 1818.

Le macchine militari di Leonardo interessavano al re quanto ai suoi dipinti. Ma non le usò nella sua prima grande campagna militare. Poco dopo l’ascesa al trono guidò un’armata in Italia per riprendersi il ducato di Milano, che riteneva gli appartenesse. La battaglia di Marignano fu un trionfo per i francesi e per Francesco, che si fece armare cavaliere da uno dei suoi generali. Janequin celebrò l’evento con uno dei suoi pezzi descrittivi. Ce n’era uno sui richiami dei venditori ambulanti di Parigi e uno sul canto degli uccelli. Ma in “La guerre” comincia invitando i francesi ad ascoltare la vittoria di Francesco. Poi ci dà una vivida descrizione della battaglia che si conclude col grido “Victoire” dei francesi e “Toute felore begot”, tutto è perduto, dei soldati svizzeri.

“La Guerre” – Clement Janequin

Questo viale porta a un altro “campo di battaglia”, il castello di Chenonceaux, che il figlio di Francesco, Enrico II, regalò alla sua amante Diane De Poitiers. Sua moglie Caterina de Medici s’infuriò, ma non poté fare nulla fino alla morte di Enrico. Diventata reggente si riprese il castello. La rivalità tra le due dame si rifletteva persino sui giardini. Da un lato l’opera di Caterina, dall’altro quello realizzato da Diane. Diane era una donna di eccezionale bellezza. Nonostante avesse 20 anni più del re, manteneva il suo aspetto giovanile. Un contemporaneo riferisce che a 60 anni sembrava averne 30. Aveva una bellissima pelle bianca e non si truccava. Sembra che prendesse un brodino e altri medicinali ogni mattina, ma purtroppo l’autore non dice quali.

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Il castello di Chenonceaux e i ritratti di di Diane e Caterina de Medici.                              

Caterina, che non era una bellezza, avrebbe voluto dedicare la prossima canzone a Diane. E’ una poesia del grande poeta Pierre Ronsard, che prega la sua donna di paragonare la fragilità della sua bellezza a quella di una rosa, che fiorisce al mattino e la sera è appassita. “Vieni Mignonne, godi della tua giovinezza, finché dura”.

“Mignonne, allons voir si la rose” – Guillame Costeley

Mignonne, allons voir si la rose
Qui ce matin avait déclose
Sa robe de pourpre au soleil,
A point perdu cette vesprée
Les plis de sa robe pourprée,
Et son teint au votre pareil.
Las ! voyez comme en peu d’espace,
Mignonne, elle a dessus la place,
Las, las ses beautés laissé choir !
O vraiment marâtre Nature,
Puisqu’une telle fleur ne dure
Que du matin jusques au soir !
Donc, si vous me croyez, mignonne,
Tandis que vôtre âge fleuronne
En sa plus verte nouveauté,
Cueillez, cueillez votre jeunesse:
Comme à cette fleur, la vieillesse
Fera ternir votre beauté.

Caterina diede a Chenonceaux diverse brillanti feste. Come quella di benvenuto per suo figlio Francesco II e sua moglie Maria Stuart. Questi si sposò a 14 anni, fu incoronato re a 15 e morì a 17 di meningite. L’incoronazione di suo fratello Carlo I fu ancora più spettacolare. All’arrivo degli ospiti, le ninfe uscirono dal bosco per salutarli e le sirene emersero dall’acqua cantando. Poi ci furono banchetti, danze, mascherate, fuochi d’artificio e persino la simulazione di una battaglia navale sul fiume.

Ma fuori del castello la vita della gente comune non era toccata dagli splendori di corte.

 

“Margot labourez les vignes” – Jacob Arcadelt

Margot, labourez les vignes, vigne, vigne, vignolet,

Margot, labourez les vignes bientôt.

En passant par la Lorraine,
Rencontrai trois capitaines,
Ils m’ont appelé vilaine,
Je ne suis pas si vilaine,
Puisque le fils du roi m’aime,
Il m’a donné pour étrenne,
Un bouquet de Marjolaine,
S’il fleurit je serait reine,
S’il y meurt je perds ma peine.

La canzone è graziosa, ma qui Margot è soltanto la vittima compiacente di avventure amorose. L’agricoltura per la nobiltà era piuttosto qualcosa del genere. Questo giardino rinascimentale è stato costruito a Villandry. Persino le vedute sono ordinate geometricamente e mancano quelle non europee come le patate. La quieta bellezza di questo giardino si ritrova nella prossima canzone “Triste départ”. E’ di Nicolas Gombert, uno dei più acclamati autori di polifonie. La poesia parla della tristezza e del dolore della separazione. “Il mio corpo era più freddo del marmo, scosso dal dolore, e arido come un tronco. Il mio volto non aveva più colori”.

Villandry chateau et jardins  02_Villandry  VillandryGardensFOYO

(Video Triste départ – non trovato)

Di tutti i prodotti della terra il più celebrato nei madrigali è senza dubbio il vino. E la valle della Loira produce degli ottimi vini. Si possono gustare nelle numerose cantine della zona. A Vouvray siamo stati invitati in una cantina in grotta per assaggiare il famoso vino bianco.

 

“Vignon, vignette” – Orlando di Lasso

Vignon, vignon, vignon, vignette,

Qui te planta il fust preudhom.

Te fuz coupé e a la serpette,

Vignon, vignon, vignon, vignette,

Il me semble advis que j’alecte

Quant tu passes mon gorgeron.

Vignon, vignon, vignon, vignon, vignon, vignette,

Qui te planta il fust preudhom.

 

Per concludere il nostro viaggio nella valle della Loira, i suoi numerosi castelli e la musica francese del XVI secolo, un pezzo di Pierre Passereau: “Il est bel et bon”.

Il est bel et bon, commère, mon mari.

Il estoit deux femmes toutes d’ung pays.

Disanst l’une à l’aultre – "Avez bon mary?"

Il ne me courrousse, ne me bat aussy.

Il faict le mesnaige,

Il donne aux poulailles,

Et je prens mes plaisirs.

Commère, c’est pour rire

Quand les poulailles crient:

Petite coquette (co co co co dae)e, qu’esse-cy?

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